NEWS & MEDIA

24/03/2021 di Sinasfa
Il farmacista vaccinatore, la posizione di Sinasfa

Guardando i dati giornalieri della pandemia si evince che l’Italia è quasi sempre tra le prime cinque nazioni al mondo per numero di decessi e di contagi.

Da febbraio 2020  ad oggi, il Covid-19  ha sviluppato innumerevoli varianti tre delle quali, quella inglese sudafricana e brasiliana, si stanno diffondendo velocemente creando seri problemi, per cui è facilmente ipotizzabile che si svilupperanno nuove varianti sulle quali i vaccini attualmente utilizzati potrebbero non funzionare. Nessuno ad oggi conosce la durata dell'immunità dei vaccini,  ma si presume che potrebbe durare anche meno di un anno per cui l'immunità di coloro che si sono vaccinati a dicembre 2020 e nei primi mesi del 2021  potrebbe terminare prima che si sia riusciti a vaccinare tutta la popolazione. Questo, insieme alla circolazione delle nuove varianti rende molto probabile  che entro fine anno o all' inizio del prossimo anno bisognerà fare ulteriori vaccini a tutta la popolazione il che significa inoculare almeno 200 milioni di dosi (se saranno in doppia somministrazione)  per poi valutare di anno in anno  la situazione in base all'andamento della pandemia.

L'obiettivo è raggiungere l'immunità di gregge il prima possibile augurandoci che dia i risultati sperati, e per questo serve vaccinare quante più persone è possibile al giorno, ogni giorno  per mesi e forse anche per i prossimi anni.

Se si vogliono ridurre decessi e contagi e tornare ad un minimo di normalità ci sarà bisogno di mettere in campo risorse umane e professionali senza precedenti .

 

Piano anticovid del Governo e i farmacisti.

Il Governo il 13 marzo ha varato il piano anticovid indicando le professioni sanitarie  individuate come vaccinatori, a  pag 17 di questo piano è indicata tra le altre  la figura del farmacista, ma non si comprende con certezza, almeno leggendo sui media vari articoli che parlano esclusivamente di vaccinazioni in farmacia,  se si intende la figura professionale del farmacista e cioè riferita a qualsiasi laureato in farmacia indipendentemente dalla professione svolta,  oppure se rivolta, cosa che ci lascerebbe molto perplessi, solo a chi esercita la professione in farmacia.

Considerare solo i farmacisti che lavorano nell'ambito della farmacia sarebbe secondo noi un gravissimo errore che depotenzierebbe la campagna vaccinale sottraendo a questa task force migliaia di potenziali farmacisti vaccinatori che verrebbero esclusi per il luogo dove esercitano la professione, cosa assolutamente incomprensibile in questo momento così drammatico, nonché  una grave forma di discriminazione  rispetto a dei professionisti che vorrebbero  fare la loro parte per aiutare il Paese.

Le farmacie in Italia sono meno di ventimila e abbiamo motivo di credere che un certo numero potrebbe non  aderire alla campagna vaccinale non disponendo dei requisiti minimi indispensabili per poterli fare sia sotto il profilo strutturale che del  personale a disposizione. Quante farmacie hanno al massimo uno o due collaboratori che riescono appena a dispensare i farmaci e a svolgere tutte le altre mansioni loro affidate? Si è per caso fatto un censimento conoscitivo per vedere quante farmacie a livello nazionale potrebbero aderire e quindi quale sarebbe la potenzialità di vaccinazioni che potrebbero effettuare? Si è tenuto conto del numero dei medici che dovrebbero essere presenti in farmacia oppure si effettuerebbero le vaccinazioni senza la presenza di un medico? In tal caso, chi presterebbe soccorso per un qualsiasi evento avverso? Di chi sarebbe la responsabilità?

Il presidente della  Fnomceo, dott. Filippo Anelli proprio in queste ore ha dichiarato di non condividere quanto stabilito dal decreto "Sostegni" che ha cancellato la precedente norma dalla legge di Bilancio che stabiliva che le vaccinazioni in farmacia avvenissero sotto la supervisione di un medico, e ha chiesto al Governo di ripensarci.

Noi siamo perfettamente  d'accordo con il presidente Anelli, il tema della sicurezza è imprescindibile, il vaccino è un farmaco e deve essere somministrato dopo una valutazione amnesica e clinica in presenza di un medico che possa raccogliere il consenso informato valutare lo stato di salute del paziente e gestire prontamente eventuali effetti collaterali.

 

LA PROPOSTA DI SINASFA

In Italia ci sono ben oltre centomila laureati in farmacia.

In un momento di tale emergenza, così come è stato fatto per i medici, dove sono stati richiamati i pensionati e messi in campo gli specializzandi e i neo laureati, riteniamo che non si debba e non si possa escludere nessuno perchè tutti possono dare il loro contributo,  i pensionati, i colleghi delle parafarmacie, gli ISF, gli ospedalieri, i direttori tecnici, i colleghi non più iscritti all'ordine professionale per vari motivi, eccetera. Sinasfa propone di creare un database unico nazionale dove tutti i farmacisti, su base volontaria, potrebbero registrarsi e dare la loro disponibilità per  aderire alla campagna vaccinale come farmacisti vaccinatori. A questo database dovrebbero accedere tutti i "coordinatori"  che si occupano di organizzare i centri vaccinali in qualsiasi provincia, attingendo  il numero di farmacisti necessario a far si da creare  unitamente agli altri operatori sanitari un ciclo continuo e senza interruzioni di vaccinatori, cosa che contribuirebbe a raggiungere o addirittura a migliorare  gli obiettivi che il Governo si è prefisso.

 

Sinsfa considerando anche le migliaia di farmacisti collaboratori che lavorano in farmacia per poche ore al giorno con contratti part time, ritiene che potrebbero essere decine di migliaia i  colleghi che aderirebbero alla campagna vaccinale.

Le vaccinazioni vanno fatte in luoghi ampi, dove è possibile assicurare il distanziamento sociale  una corretta areazione dei locali e sopratutto la permanenza nei locali dei soggetti vaccinati per il tempo sufficiente di osservazione in modo da poterne  garantire la sicurezza.

 

I farmacisti sono pronti a fare la loro parte e a collaborare con tutte le figure sanitarie per somministrare i vaccini alla  presenza di un medico, in strutture ampie ed adeguate e con gli stessi diritti di qualsiasi altro operatore sanitario che somministri i vaccini ossia dispositivi di protezione individuale, remunerazione proporzionale a quella della altre figure sanitarie che somministrano i vaccini e assicurazione o “scudo penale” così come previsto per tutti i vaccinatori.

 

La formazione pratica per permettere al farmacista di poter somministrare il vaccino, oltre al corso dell'ISS,  dovrebbe essere fatta da un tutor all'interno dei centri vaccinali che decreterebbe con la consegna di un attestato che il farmacista è idoneo a somministrare i vaccini.

Sinasfa ritiene questa oltre ad essere una importantissima missione sociale, potrebbe anche essere un punto di partenza per sviluppare nuove competenze e creare nuove opportunità lavorative al di fuori del lavoro in farmacia che come ben sapete sia da un punto di vista contrattuale che remunerativo non offre gratificazione alcuna.

Sinasfa invita tutti i colleghi alla massima collaborazione perchè solo insieme si possono raggiungere importanti obiettivi.