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20/03/2020 di Il Presidente Sinasfa Francesco Imperadrice
Senza sicurezza certificata farmacie aperte ma a battenti chiusi.

SPERIAMO DI SBAGLIARCI, MA RITENIAMO CHE SI STIA  COMMETTENDO UN GRAVE ERRORE DI VALUTAZIONE.

20/03/2020

AD OGGI SONO QUATTRO LE FARMACIE CHIUSE PER CAUSE RIFERIBILI AL COVID-19. CI AUGURIAMO DI NON DOVER AGGIORNARE ANCHE QUESTO DATO COME SI STA FACENDO PER TUTTI GLI ALTRI DATI RIFERIBILI ALL'EPIDEMIA.

Sinasfa continua a dichiararsi estremamente preoccupato per le innumerevoli segnalazioni che arrivano sempre più numerose da parte dei colleghi iscritti e non al sindacato Sinasfa, che denunciano carenti misure di sicurezza nei luoghi di lavoro che li proteggano da un possibile contagio. A tal proposito il sindacato in data 19/03/2020 ha inviato una nuova richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro degli Interni, e al Capo Dipartimento della Protezione Civile,  chiedendo ancora una volta che le farmacie dove non ci sono adeguate misure di sicurezza certificate da professionisti, vengano obbligate ad operare a battenti chiusi fino a che le misure di sicurezza non vengano messe in essere.

Di continuo vengono emanati dal Governo e dalle Regioni provvedimenti sempre più restrittivi, ma giusti ed inevitabili, che limitano nell’interesse di tutti anche le libertà individuali dei cittadini con l’obiettivo di contenere l'epidemia e si chiede alle forze dell'ordine di vigilare sul territorio affinché queste norme vengano rigorosamente rispettate nell'interesse della collettività.

Sinasfa non comprende perché questo rigore non debba essere applicato anche a presidi di fondamentale importanza come le farmacie. I provvedimenti che hanno emanato le Regioni consentono alle farmacie di poter lavorare anche a battenti chiusi lasciando però la decisione di come operare al singolo esercizio, con indicazioni diverse da regione a regione. In un momento di questa gravità, nel Paese che conta purtroppo il più alto numero di decessi sul pianeta, ci saremmo aspettati che la facoltà sul come operare, se a battenti aperti o chiusi, fosse vincolata alle leggi vigenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e, sopratutto, che facesse riferimento alla Direttiva della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute del 03/02/2020.

La Campania, ad esempio, consente di lavorare a battenti chiusi in caso di “particolare criticità o laddove mancassero i requisiti per proteggere adeguatamente il personale in servizio”. In Emilia Romagna, Piemonte e Veneto é “permesso alle farmacie, come extrema ratio, in deroga alle disposizioni regionali in materia, di lavorare a battenti chiusi”, mentre in “Lombardia si potrà lavorare a battenti aperti (preferibilmente) o a battenti chiusi”.

Sinasfa ritiene che la facoltà di operare a battenti aperti o chiusi e di stabilire se le misure di sicurezza messe in atto per proteggere il personale siano efficaci e sufficienti, non possa essere lasciata alla discrezione del singolo datore di lavoro perchè, in caso di valutazione errata, le conseguenze potrebbe essere gravissime per la collettività.

Si è ben consapevoli che l'operare a battenti chiusi comporterebbe un disagio importante per la popolazione, ma ancor più grave sarebbe un'eventuale positività al Covid-19 di un farmacista collaboratore o di un membro del personale, considerando che in quest'ultimo caso dovrebbe essere sospesa l'attività.

L'eventuale chiusura di un presidio farmaceutico comporterebbe la necessità, per tutti i cittadini che ad esso fanno riferimento, di doversi allontanare ulteriormente dal proprio domicilio ogni qual volta necessitino di assistenza farmaceutica, con tutti i disagi, le difficoltà e i rischi legati alla potenziale diffusione del virus che ciò comporterebbe.

Quanto esposto e richiesto, lo si ribadisce, è nell'esclusivo interesse del Paese.