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23/11/2022 di Sinasfa
Fuga dalla farmacia, cause e possibili soluzioni.

Il  libro del dott. Vittorio Contarina "Il Farmacista Perduto" si inserisce nel dibattito in atto sul problema della fuga dei farmacisti collaboratori dalla farmacia che sta creando tanti problemi a moltissime farmacie un pò in tutta Italia.                                                                                  Nel libro è citato Sinasfa, il sindacato di categoria dei farmacisti non titolari,  ed in particolare si fa riferimento al nostro articolo pubblicato da RifDay  il 29/08/2022 che informava  i colleghi delle tematiche sul rinnovo del CCNL che avremmo trattato nel nostro Congresso Nazionale. In quell'articolo affermavamo che il rinnovo del contratto era stata la "goccia che aveva fatto traboccare il vaso" e che sarebbe stato un "boomerang".                                                        Da quello che è successo dopo questo accordo, anche se era facile prevederlo, sembrerebbe che  ci avevamo visto giusto.

Il problema della carenza di farmacisti collaboratori è solo all'inizio, anche a giudicare dalle richieste che quotidianamente stiamo ricevendo da parte dei colleghi  per avere informazioni sui tempi del  preavviso di licenziamento, sulle modalità per licenziarsi e info su come accedere al mondo della scuola o ad altri settori.  A tal proposito informiamo i nostri iscritti che stiamo elaborando un vademecum sull'argomento.

Bisogna fare molta attenzione a non sottovalutare il problema perchè nelle farmacie con meno personale i colleghi sono obbligati a lavorare di più e ad affrontare ritmi insostenibili, questi potrebbero essere i prossimi colleghi  che decideranno di dimettersi per cercare soluzioni lavorative più vivibili innescando così una reazione a catena dagli sviluppi facilmente prevedibili.

 

Alcune delle cause dell'abbandono della farmacia secondo Sinasfa.

 

  1. Cambio Lira Euro disastroso. Il primo gennaio del 2002 con il passaggio dalla  Lira all'Euro il potere d'acquisto dei nostri stipendi è letteralmente crollato. Una cosa erano due milioni al mese ben altra 1000 euro considerando anche l'adeguamento dei prezzi in ogni settore.
  2. CCNL mai soddisfacenti.  I rinnovi del CCNL, non hanno mai portato benefici concreti ai farmacisti collaboratori, anche in tempo di "vacche grasse" dove non c'erano stati ancora provvedimenti governativi penalizzanti per  le farmacie e nemmeno la  pandemia che tra l’altro non è stata penalizzante economicamente per molte farmacie. I contratti venivano firmati sempre con enorme difficoltà  con aumenti centellinati e mai idonei per dei professionisti. Ogni volta che si rinnovava il contratto speravamo che finalmente fosse riconosciuta la nostra importanza e la nostra professionalità, per restare poi puntualmente delusi quando il contratto veniva firmato.
  3. Orari di lavoro esasperanti. Il decreto legge 1/2012 stabilisce che la farmacia può restare aperta anche in orari diversi da quelli obbligatori. Molte farmacie hanno incominciato a prolungare i loro orari restando aperti anche i sabati ed i festivi stravolgendo gli orari di lavoro dei collaboratori, spesso senza il loro consenso, creando così enormi problemi a loro e alle loro famiglie. In particolare i periodi di ferie sono stati ridotti all'osso ed in molti casi ai collaboratori non è stato consentito scegliere le date delle ferie in base alle sue esigenze, obbligandoli a prenderle in periodi differenti rispetto al coniuge con i disagi che è facile immaginare anche per la prole.
  4. Rapporto titolari collaboratori  complicato. Una parte dei  titolari da sempre tratta i collaboratori come se fossero "cosa loro" usando spesso anche toni irriguardosi o peggio sia in pubblico che in privato. Si danno direttive commerciali (up-selling, cross-selling),  che poco hanno a che fare con l'indipendenza della professione e con quanto ci è stato insegnato all'università. A molti collaboratori vengono negati i diritti più elementari, come prendere qualche ora di permesso per andare a fare una visita medica o poter conoscere gli orari di lavoro con almeno qualche giorno di anticipo per poter gestire anche la propria vita privata.Purtroppo capita frequentemente che quando si chiede che vengano rispettati i propri diritti la frase più ricorrente che si riceve come risposta è "li c'è la porta se non ti sta bene vattene".
  5. Pandemia utilizzati a seconda dei casi. Negli anni della pandemia, almeno nelle fasi più critiche, ci è stato imposto tutto senza che la categoria avesse la benché minima possibilità di dire la sua. Per il fatto di non essere nel comparto della sanità non abbiamo avuto la possibilità di accedere a nessun tipo di bonus, ma nel contempo siamo stati letteralmente costretti a prenderci mansioni e rischi di operatori sanitari che in tanti momenti pochi voleva accollarsi. A molti colleghi è stato imposto di fare vaccini e tamponi senza che potessero rifiutarsi e in diversi casi hanno dovuto operare anche senza che tutte le norme sulla sicurezza fossero messe in pratica.
  6. Rinnovo 2021 CCNL. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che si è rivelato un boomerang. Il rinnovo era il momento migliore per cercare di unire la categoria e per dimostrare ai farmacisti collaboratori che tutti i loro sacrifici e la  disponibilità ricevuta durante la pandemia, senza che nulla fosse stato concordato attraverso incontri tra i rappresentanti di categoria, sarebbe stata ripagata. I colleghi questa volta erano speranzosi, anche perché nel corso di questa pandemia “fiumi di chiacchiere” si erano spesi  in ogni sede per  esaltare la nostra importanza e la nostra professionalità. Nulla di tutto questo è avvenuto, anzi, il rinnovo è andato su vie diametralmente opposte. Nessuna una tantum per quasi dieci anni di mancato rinnovo del contratto, un aumento umiliante di 0,25 centesimi l'ora, nessun riconoscimento per i sacrifici fatti durante il periodo della pandemia e per la disponibilità (sia pur forzata in molti casi) a fare tamponi e vaccini che hanno portato nelle casse della farmacia italiana centinaia e centinaia di milioni di euro. Un passo indietro sui diritti acquisiti, anche se ci sono chiarimenti in corso. Nessun accenno a spostarci nel comparto della sanità privata nonostante le mansioni che ci richiedono, Nessuna stortura dei precedenti rinnovi è stata sanata, tipo la malattia o l'equiparazione degli stipendi dei colleghi che lavorano nelle rurali con i colleghi delle urbane. Rabbia, delusione e indignazione sono stati i sentimenti più comuni manifestati dai colleghi quando è stato pubblicizzato il rinnovo, chi ha potuto è letteralmente scappato via dalla farmacia, molti altri si stanno organizzando per farlo.

Potremmo aggiungere altri punti e dettagliare meglio ognuno di questi, ma riteniamo che per il momento possano dare un idea delle motivazioni che stanno spingendo fuori dalla farmacia i farmacisti collaboratori, e ripetiamo, siamo appena all'inizio del problema.

 

Quali le possibili soluzioni che potrebbero fermare questa emorragia di collaboratori??

 

  1. Ordini#iomicandido. La prima soluzione l'ha proposta Sinasfa ai farmacisti collaboratori ed è una soluzione che non richiede l'aiuto di nessuno se non di noi stessi se sapremo coglierne l'occasione. I collaboratori hanno bisogno di avere un punto di riferimento che sentano proprio al quale affidarsi per qualsiasi problema essi abbianoovunque essi risiedano.Partecipare alle prossime elezioni degli Ordini presentando liste  di farmacisti non titolari. (la proposta è sul sito Sinasfa).  Ad oggi la maggior parte dei Consigli degli Ordini sono formati solo da  titolari con la presenza raramente di qualche non titolare collaboratore . I colleghi in genere non si rivolgono agli Ordini per affrontare  i loro problemi, perchè a detta loro non si sentono rappresentati ne compresi, eppure esistono strumenti come il Codice Deontologico e non solo, che potrebbero aiutare i colleghi in difficoltà a risolvere la maggior parte dei loro problemi. Ordini con  presenza di non titolari potrebbero far si da affrontare e cercare di risolvere qualsiasi controversia si creasse tra titolare e collaboratore all'interno di una farmacia, questo garantirebbe di sicuro un maggior equilibrio tra le parti e non potrebbe che portare benefici a tutta la categoria. Per aderire al progetto Sinasfa per candidarsi agli Ordini  non si richiede l'iscrizione al sindacato.
  2. Comparto Sanità subito. Vista la strada intrapresa dei servizi e di una sempre più stretta collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale, Sinasfa ritiene che il passaggio immediato dal comparto del Commercio a quello della Sanità Privata potrebbe limitare se non arrestare la fuga dalla farmacia. Molti colleghi vanno via a malincuore dalla farmacia perchè si sentono farmacisti e adorano la loro professione, ma sono costretti a farlo perchè  il lavoro è diventato per loro  insostenibile e privo di qualsiasi gratificazione sia economica che professionale. Sul nostro sito c'è uno studio di comparazione tra i due Comparti e come tutti voi potete leggere, i vantaggi sarebbero oltre a quello di un comparto adeguato alla nostra professione e quindi già di per se gratificante, anche la riduzione dell'orario di lavoro a 36 ore, uno stipendio adeguato alle nostre mansioni e un preavviso di trenta giorni, tanto per citare alcune delle diversità. La stessa Fofi nel 2007 quando Presidente era il dott. Giacomo Leopardi, dimostrando grande lungimiranza scrisse un comunicato stampa sulla riforma del settore farmaceutico su argomenti che riteneva di affrontare con le  Regioni e con i  Ministeri competenti,  indicando tra i punti fondamentali il passaggio del contratto dal comparto del commercio a quello della sanità. Sono passati sedici anni e nulla è cambiato.

 

 

Conclusioni

Molti colleghi sono andati via dalla farmacia e molti altri cercheranno di trovare alternative lavorative più vivibili, questo comporterà enormi problemi sia sull’efficienza delle farmacie che sui fatturati. A tal proposito,  visto che i rinnovi contrattuali sono sempre subordinati allo stato di salute economica della farmacia, Sinasfa ritiene che bisogna andare a ricercare il problema del calo di fatturato di molte farmacie non solo nei vari provvedimenti legislativi, ma anche e sopratutto nelle dinamiche commerciali più o meno “aggressive” messe in atto da certe farmacie, che in determinate circostanze possono causare alle farmacie limitrofe dei veri e propri crolli di fatturato creando problemi sia al titolare che ai dipendenti.                             Non tutte le farmacie hanno la possibilità di fare i servizi e non tutte possono permettersi orari illimitati o poliambulatori medici nei pressi della propria farmacia.                                      Secondo noi bisogna affrontare anche questi problemi e regolamentare un pò il tutto, ciò garantirebbe maggiore sostenibilità economia a tanti colleghi titolari e non, altrimenti il rischio non è quello di non trovare farmacisti collaboratori, ma di trovare tante piccole farmacie chiuse per fallimento.